MADDALENA BAZZOLI FAQ

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La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è oggi molto diffusa e considerata una modalità di trattamento dimostrata valida ed efficace dal punto di vista scientifico da una considerevole mole di ricerche empiriche di carattere nazionale ed internazionale. La teoria di fondo si basa sul presupposto che vi è una stretta relazione tra pensieri, emozioni, comportamenti e che i problemi emotivi sono influenzati da ciò che pensiamo e facciamo nel presente. Ognuno di noi ha modalità tipiche di pensare, agire che possono produrre malessere e questi sono il bersaglio della psicoterapia cognitivo comportamentale. Spesso non siamo consapevoli dei nostri schemi di pensiero e delle nostre abitudini disfunzionali, la psicoterapia cognitivo comportamentale ha lo scopo di individuarli e modificarli. Sulla base di questo, sono tate sviluppate procedure di intervento atte ad aiutare la persona con disagio psicogico ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunziuonali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali. In questo modo il paziente impara a trasformare le proprie emozioni intense, negative, disfunzionali quali ansia, depressione, ostilità, senso di colpa in emozioni funzionali come preoccupazione, tristezza, irritazione, senso di responsabilità e a ricercare un proprio equilibrio tramite le tecniche apprese durante la psicoterapia. La persona viene chiamata ad assumere un ruolo attivo all’interno del percorso terapeutico, ad esempio identificando i propri pensieri ed emozioni, a formulare credenze ed ipotesi alternative, sperimentandosi in repertori di comportamenti differenti, praticando le diverse tecniche per facilitare la regolazione emotiva, sia in seduta che nel corso della settimana e ciò aiuta a vivere con minori difficoltà e più serenamente.

Può essere intrapresa da tutti. La Terapia Cognitivo Comportamentale è una terapia efficace indipendente dall’età, sesso, livello di scolarizzazione. E’ un percorso per chiunque abbia un livello di motivazione sufficiente ad impegnarsi per un cambiamento significativo nel modo di essere e di affrontare gli eventi della vita.

Nella Terapia Cognitivo Comportamentale i primi incontri -fase di valutazione- sono dedicati alla conoscenza della persona, alla problematica presentata e alla costruzione di un’alleanza terapeutica. Durante questa fase, il colloquio clinico è lo strumento principale per valutare lo stato emotivo della persona, ricostruire le tappe principali della sua vita e definire chiaramente i suoi problemi attuali. Lo psicoterapeuta si può anche avvalere della somministrazione di test psicologici standardizzati per una più ampia raccolta di informazioni. Questa fase si conclude con due importanti azioni:

1. La restituzione da parte del terapeuta di quanto emerso durante i primi colloqui conoscitivi, una rilettura del problema presentato alla luce degli schemi di pensiero, emozioni , comportamenti che generano e mantengono il malessere emotivo del paziente.

2. La formulazione di un piano di trattamento dove paziente e tarapeuta condividono strategie ed obiettivi da raggiungere. Lo scopo della Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è quello di promuovere un cambiamento che permette al paziente di raggiungere i propri obiettivi personali, migliorare la qualità delle relazioni e ridurre la propria sofferenza emotiva.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici che si propone di promuovere un cambiamento che permetta al paziente di raggiungere i propri obiettivi e scopi di vita, ridurre la sofferenza emotiva, migliorare la qualità delle relazioni con gli altri. Lo scopo della terapia è quello di facilitare la riduzione e l’eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico agendo su emozioni, pensieri (schemi cognitivi) e comportamenti in modo attivo. Per esempio alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico, l’eliminazione o la riduzione di rituali compulsivi, la riduzione dei comportamenti di evitamento, la promozione delle relazioni con gli altri, la riduzione dell’isolamento sociale e così via. Essendo una terapia pratica, orientata allo scopo e collaborativa, il terapeuta lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue specifiche esigenze.

Generalmente è prevista una seduta a settimana, indicata soprattutto nella fase iniziale della terapia. Successivamente, in base al livello di benessere raggiunto, si tende a dilatare le sedute e solitamente ci si incontra a cadenza quindicinale. Il termine del percorso viene eventualmente seguito con alcune sedute di controllo.

Si. I fattori che incidono sulla durata del trattamento sono molteplici, tra i quali la gravità del problema, le risorse del paziente, le motivazioni personali in quanto la terapia richiede un impegno attivo. In generale, la Terapia Cognitivo Comportamentale è breve ed orientata allo scopo: si lavora per obiettivi e ci si concentra sul problema. Alcune persone rimangono in terapia per un periodo molto breve (6/8 sedute) mentre in altri casi la terapia può durare alcuni mesi o meno frequentemente più di un anno.

Si. La Terapia Cognitivo Comportamentale è una terapia breve con efficacia ampiamente dimostrata da studi clinici controllati. E’ riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei più efficaci ed affidabili modelli per il trattamento dei disturbi psicopatologici.

Si. Lo psicologo, come lo psicoterapeuta, segue il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani dove all’art. 11 si legge: “Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate” Per ulteriori informazioni www.psy.it/codice-deontologico-degli-psicologi-italiani

Si. I colloqui psicologici e psicoterapeutici, come tutte le spese sanitarie, sono detraibili al 19% ma solo se superano il costo, complessivo annuo, di 129,11 euro. Le prestazioni psicologiche sanitarie, esenti IVA, che hanno l’obiettivo di sostenere e mantenere il benessere psicologico dell’individuo, sono detraibili al momento della dichiarazione dei redditi esattamente come le spese mediche e dentistiche. La detrazione spetta anche se la prestazione è effettuata senza prescrizione medica.

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